Scopro e resto incantata dal "Salento style", il genius loci di un ambiente umano dove gli attraversamenti della Storia insieme al rispetto per la tradizione hanno riscritto una nuova estetica.
In un mondo antico e giovane, semplice ma elegante, rustico e sofisticato si esprimono il gusto del bello, la creatività e il buon gusto.
C'è negi ambienti un'attenzione al dettaglio che mixa lini e tele di sacco, ceramiche e pietra leccese, ospitali tavoloni di legno a misura di grandi famiglie e centri all'uncinetto sulle casse panche.
Tutto questo, lontano dal risultare lezioso, replica un modulo antico e autentico che ho trovato vivo ovunque nell'ambiente rurale salentino, quello sul mare eppure lontano dal mare, punteggiato di casine nelle campagne, lamie sotto gli ulivi, depositi di attrezzi, antiche masserie fascinosamente cadenti oppure recuperate alla modernità.
Qui le stagioni guidano il contrasto tra le luci e le ombre del giorno e anche il rapporto dell'Uomo con il dentro e il fuori casa, lo yin e lo yang, la sfera pubblica e quella privata dell'abitare.
i colori sono quelli delle rosse autunnali terre salentine, i gialli dei campi con l'azzurro del mare sullo sfondo oppure i bianchi, verdi e turchesi della piena luminosa estate.
E negli interni giardini segreti ed orti, spazi intimi, poetici e privati, affacci sul mare, terrazze assolate.
Al soffitto le volte a stella, prodigi di maestria di antichi artigiani che ne hanno tramandato la tecnica, gli immancabili camini, le nicchie scavate nella pietra bianca, gli intonaci irregolari - così umani! - e le tele chiare a ombreggiare i patii.
C'è nel Salento una grazia autentica che mi commuove e che raramente ho trovato altrove, ancora narrata, assieme alla fatica degli avi, da cantautori come Mino de Santis, che ho avuto la gioia di sentire in concerto, e dalla voce di scrittori come Giorgio Cretì:
per questi incontri ringrazio questa terra e i suoi abitanti che qui mi hanno accolta con affetto e che me li hanno fatti conoscere.
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